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Una crisi annunciata arrivata al punto di non ritorno, con le scommesse in calo desolante.
Chi detesta le corse dei cavalli e le considera uno sfruttamento forsennato accoglie con sollievo le notizie allarmanti che provengono dall'ippica italiana. Chi invece lavora nel settore, e non è un numero di persone trascurabile, o semplicemente chi ha una sana passione per questo sport non puo rassegnarsi al triste epilogo di una storia infinita, che ha apportato in alcuni momenti orgoglio e prestigio all'intero paese.
Purtroppo l'ondata di crisi si è fatta sentire anche nel mondo dell'ippica. Nel contesto infatti si assapora l'esasperazione dalla crisi dovuta sia dalla riduzione dei finanziamenti che dalla caduta libera delle scommesse che hanno registrato una diminuzione del 70% negli ultimi cinque anni.
Una situazione senza precedenti nell'ippica italiana.
Ad oggi la situazione non è ancora chiara, il palinsesto del mondo ippico ha rischiato e rischia tutt'ora la chiusura di 43 ippodromi e il lavoro di oltre 50 mila dipendenti del settore.
Ora purtroppo la musica è diversa, la nostra ippica paga colpe proprie ma sopratutto colpe di una politica, si pronta ad azioni pagliative, ma mai capace di programmare un rilancio serio e efficace per garantire quel minimo di certezze di cui gli operatori hanno bisogno.